Sono veramente poche le persone che riescono a percepire la grande varietà di ambienti, paesaggi ed ecosistemi riscontrabili nella grande foresta; su, in alto, alle pendici delle grandi montagne la vegetazione tropicale si arrampica a fatica è un ambiente quanto mai unico e ricco di scorci pittoreschi. É la ‘Ceja de Selva’, le ‘Ciglia della Selva’, un habitat prezioso ed unico, caratterizzato da incredibili dislivelli e repentini cambi vegetazionali. Uno degli ambienti più tipici di questo habitat è la cosiddetta la foresta nebbiosa! Sembra incredibile con quanta puntualità e rapidità la nebbia cali su questi boschi; ogni giorno alla stessa ora il paesaggio si trasforma improvvisamente in un surreale ed inquietante palcoscenico da film horror.


Se nella grande foresta gli animali sono discreti qui diventano dei veri e propri fantasmi! Talvolta, inaspettatamente, qualche colorato colibrì o qualche elegante cantore peruviano (Liolaemus multifrons) sembrano materializzarsi dal nulla, per poi scompare immediatamente dopo … e se la vista di questi timidi esseri è un privilegio, quella dei piccoli e medi mammiferi diviene addirittura un lusso!


I piccoli cerbiatti del genere mazama, i pecari ed i paca dei monti (grossi roditori privi di coda) che pure non sono rari, sono veramente difficili da osservare … non parliamo poi dei grandi mammiferi quali l’Orso dagli Occhiali, il puma o l’ormai rarissimo tapiro delle ande! Sempre nella ‘Ceja de Selva’ ma nelle aree meno elevate, il paesaggio si fa di un verde intenso, qui spesso i fiumi si incuneano con fragore nei numerosi e scoscesi canyon, le cascate sono frequenti e decisamente spettacolari, le pozze d’acqua fresche e cristalline; tra gli abitanti più belli e rari troviamo il Galletto di Roccia e l’ormai rarissimo Quetzal (le cui lunghissime e colorate penne caudali ornarono le teste dei più nobili e potenti indigeni del centro e sud america).


In questi boschi, più che altrove, amano scorazzare piccole bande di speoti (strani canidi selvatici dall’aspetto simile ad arcaici bassotti), eleganti agouti dorati (roditori la cui pelliccia, purtroppo, continua a far gola a troppe eleganti ‘signore’) e massicci paca, dal caratteristico manto maculato di bianco. I rettili non sono numerosi, l’aria fredda delle montagne intorpidisce e rallenta spesso la loro azione, limitandone densità e popolazione, ma il signore e sovrano di queste zone è il giaguaro, ormai spodestato dalla presenza sempre più invadente dell’uomo.


Proseguendo verso le grandi pianure alluvionali, i fiumi si allargano e la conformazione spesso collinosa del terreno fa si che il loro letto rimanga imprigionato tra alte e scoscese sponde argillose; durante la stagione secca, la foresta si trova anche 15 o 20 metri più in alto rispetto al corso del fiume e solo durante la stagione delle piogge l’acqua arriva a lambire gli alberi. In questo periodo gli argini vengono sommersi dalla piena, e l’acqua impetuosaa e terribile, può causare vittime e danni irreparabili.


Tipiche di quest’area sono le ‘Collpas’, alte porzioni di terreno argilloso che, dopo essere franato, porta allo scoperto le scarse concentrazioni saline presenti nel terreno; il sale, indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi, è quasi introvabile nella grande foresta, una grande quantità di specie animali si concentra nelle zone limitrofe per nutrirsene: coloratissime farfalle, chiassose are, pesanti tapiri e potenti giaguari … tutti, prima o poi, vengono a farne scorta!


Spostandoci ancora verso le grandi pianure alluvionali il corso dei fiumi si fa sinuoso e placido, gli alberi diventano ancor più maestosi, la superficie delle foglie più ampia; qui i fiumi sono stretti da una fitta ma permeabile morsa di lussureggiante vegetazione che permette, senza offrire resistenza, il crescere e decrescere delle acque. Priva di veri e propri ostacoli l’acqua, vera linfa vitale di questo universo, allaga porzioni incredibilmente estese di territorio, giungendo a decine e decine di Km dal fiume; tipici di queste regioni sono i boschi di Varzea, piante che hanno dato il nome ad uno degli ecosistemi più incredibili del pianeta.


Con le loro chiome esse offrono rifugio e protezione ad una incredibile varietà di specie ed è solo su, in alto, a 30, 40 e più metri di altezza che vivono, si nutrono e si riproducono uccelli di ogni tipo, scimmie, serpenti, bradipi e piccoli predatori! É rarissimo che uno di essi abbandoni le fitte chiome per scendere a terra; al suolo infatti c’è solo oscurità, grossi tronchi, acqua, fango e materiale marcescente che non concedono molte opportunità alle rare specie che provano ad abitarvi in forma stabile.


Caratteristici delle vaste pianure amazzoniche sono l’andamento incerto e serpeggiante dei grandi fiumi e la frequente presenza di laghi, paludi e stagni temporanei: talvolta è l’avanzare ed il sucessivo ritrarsi delle acque ad originarli, tal’altra il continuo e costante mutare del corso del fiume: questi laghi paludosi costituiscono un habitat incredibilmente ricco, è qui che si trova in assoluto la più alta concentrazione di forme viventi. Coccodrilli, caimani, serpenti, papagalli e predatori di ogni genere trovano un ambiente ideale dove il giusto rapporto tra luce ed ombra, acqua e terra fornisce cibo e stabilità. I mille volti della grande foresta vanno certamente assai oltre questa superficiale rassegna perchè l’Amazzonia non è un semplice, enorme bosco … è un vero universo, mai ripetitivo e mai eguale!

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